Sankalpa: il potere dell’intenzione #1

Om Shakti Om Shakti Om Shakti Om

Iccha Shakti, Jnana Shakti, Kriya Shakti Om.

Sono eternamente grato a Yogi Ramaiah per avermi aiutato ad apprezzare ed attivare il potere dell’intenzione, Sankalpa shakti, durante i diciotto anni in cui ho servito nei suoi ashram in tutto il mondo.  

Ero un giovane brahmacharya nei primi anni ’70, e il maestro mi sfidava spesso chiedendomi di fare voti specifici come il silenzio un giorno alla settimana, il digiuno un giorno alla settimana, la pratica quotidiana di una tecnica specifica per 48 giorni, la recita settimanale dell’Impegno del Kriya Yoga prima di iniziare il silenzio, il voto di celibato e di vegetarianesimo, la ripetizione di mantra ogni giorno per un numero minimo di volte, la pratica della sadhana yogica per otto ore al giorno, seguire un particolare programma giornaliero di pratica e voti più generali di dedizione alla pratica del Kriya Yoga di Babaji nel suo complesso.  Mi sfidò anche a praticare lo yoga per 24 ore senza fermarmi, definendolo “tapas”.   Queste cose le ho fatte regolarmente durante i 18 anni trascorsi sotto la sua tutela. Ho scritto di queste forme di austerità e delle mie esperienze in “Come sono diventato un discepolo”. Perché facevo queste cose, vi chiederete?

Anche durante i miei primi incontri di satsang con il mio maestro in un appartamento di una sola stanza a Washington, D.C., quando ero ancora uno studente, uno dei canti che ci guidava era quello scritto sotto il titolo di questo articolo. “Iccha shakti” è la forza della volontà, “Jnanashakti” è il potere della visione o della saggezza e “Kriya shakti” è il potere della proiezione o dell’azione consapevole. Con la aspirazione e la resa a questi poteri superiori, il Divino può rimuovere le limitazioni della natura umana e trasformare un individuo in un essere perfetto o Siddha. 

Chi segue un percorso Tantra, compreso il nostro Yoga Siddhantha, sa che senza invocare dentro di sé questi tre poteri con amore e forte intenzione/aspirazione, si rimane prigionieri delle pesanti catene di avidya (l’ignoranza della propria vera identità, ahamkara, (l’egoismo), karma, le conseguenze delle azioni passate, maya, (l’illusione di essere limitati (nel tempo, nel potere, nella conoscenza e dai desideri e dal proprio passato). Pertanto, questi tre poteri della Shakti divina sono invocati e venerati all’interno di se stessi attraverso voti sacri, i sankalpa.  Questi voti esprimono l’intenzione di trasformare le limitazioni apparenti della natura umana, rivelando e manifestando così la propria natura divina superiore, siddhi, la perfezione.

Marshall Govindan – Satchidananda