Per qualcuno può migliorare la salute. Per qualcuno, la meditazione può regalarci calma e serenità, qualcuno può trovarsi in una qualche crisi esistenziale, qualcuno cerca risposte per l’inquietudine e la sofferenza. Qualcuno cerca un’esperienza spirituale. Tutte buone ragioni.
C’è una parola che riassume quello che stiamo cercando? È forse la felicità? Qualcuno la cerca al ristorante, in palestra, qualcuno la cerca in televisione e qualcuno che lavora tardi. Quindi trovare la felicità non è il vero problema, specialmente nel lavoro. Siamo abituati a lavorare molto, quindi dovremmo essere molto felici. Forse la vera domanda è perché perdiamo la felicità.
È come cercare di raccogliere l’acqua con le dita, la trovi da qualche parte ma poi scivola via molto velocemente e questo non è un tuo problema personale, ogni essere umano che ha vissuto avuto il problema della ricerca di una felicità permanente nelle cose transitorie. Le cose materiali non durano, le relazioni non durano. Pensate ai momenti più felici della vostra vita. Quanto sono durati?
Gli Yoga Siddha e gli psicologi moderni concordano su cosa ci fa perdere la felicità. La causa sono i movimenti che nascono dalla mente subconscia, le memorie, le abitudini, le paure, ciò che ci piace e ciò che non ci piace, ogni tipo di emozione. Ecco perché i saggi dicono che stiamo sognando con gli occhi aperti.
Ecco perché Patanjali definisce lo yoga come il processo di pulizia della mente dai Samskara, i movimenti che nascono dal subconscio. Ovvero ripulirli sistematicamente dall’egoismo, l’abitudine di identificarsi con i pensieri. Siamo come gente davanti alla televisione, assorbita dallo spettacolo. Solo dopo che è finito lo spettacolo ci rendiamo conto che abbiamo anche una vita. Siamo il testimone, non solo della nostra stessa vita, ma dell’universo.
I Siddha non hanno solo analizzato la condizione umana, hanno fornito le indicazioni per guarirci. Sostenevano che la quantità di felicità nella vita umana sia proporzionale alla disciplina. Non intendevano la disciplina come la intendiamo noi, utilizzavano il termine sanscrito sadhana.
Sadhana è tutto ciò che facciamo per ricordare chi siamo, e tutto ciò che facciamo per lasciar andare ciò che non siamo. Tutto nello yoga e nel Kriya Yoga rientra in queste due categorie, su tutti e cinque i livelli dell’esistenza.
Babaji e il Kriya Yoga dei 18 Siddha
Un’introduzione al Kriya Yoga di Babaji e alla tradizione tantrica dei 18 Siddha dell’India meridionale. Le origini di questo lignaggio yogico, un percorso non per trascendere il mondo, ma per trasformarlo. La quintuplice via del Kriya Yoga: le sue diverse pratiche e come possono migliorare la nostra vita di ogni giorno.
Le lezioni sono un’introduzione allo Yoga in generale e al percorso del Kriya Yoga e dei Siddha; e sono di interesse sia per coloro che non hanno esperienza in questo senso sia per quelli già iniziati. La formazione è un elemento importante per la pratica stessa, e le conferenze rappresentano un incontro Satsang, per condividere la verità, che serve da stimolo per approfondire la disciplina e per capire meglio e apprezzare il tesoro dello Yoga.
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