Gurupurnima è la festa in cui i devoti celebrano il Guru. Quest’anno era il 31 Luglio, giorno della seconda luna piena in un mese, visibile di colore blu in alcune zone del mondo.
Purnima significa “giorno di luna piena.” Guru Purnima è il giorno dell’anno in cui la luna è alla sua massima pienezza. Cade poco dopo il giorno più lungo dell’anno, il Solstizio d’Estate, di solito a Luglio.
“Gu” significa oscurità e “ru” significa luce. Il Guru è quindi “colui che rimuove l’oscurità”- Gurupurnima è il giorno in cui si ritiene che i raggi del sole abbiano toccato per la prima volta la terra. E’ il giorno della saggezza, il giorno della luce. Tamaso ma jyotir gamaya, dall’oscurità alla luce. Gurupurnima è l’inizio dell’anno spirituale – inizio di Chaturmas – un periodo di quattro mesi di moderazione e dedizione alle attività spirituali.In questo giorno gli aspiranti offrono al Maestro la loro devozione e i frutti della pratica, sotto forma di amore e gratitudine. Ogni discepolo fa un nuovo sankalpa (rinnovano l’intenzione) di praticare di più e capire meglio gli insegnamenti del Guru e fare Guru Seva (servizio disinteressato) per essere degni di ricevere la grazia del Guru. A Gurupurnima chiediamo la benedizione dal Guru. Attraverso la nostra concentrazione sul Guru in questo giorno, la nostra mente, il nostro prana, il nostro Sé, possiamo sperimentare il darshan con il Guru.
Chi è il Guru?
Il Guru è un precettore spirituale, che inizia i suoi discepoli sulla via spirituale e li guida verso la liberazione. Il Guru è colui che ha realizzato la sua identità con Quello, la fonte assoluta di ogni cosa, e si assume la responsabilità di guidare gli altri a quella realizzazione. In quest’ottica, Dio si manifesta nella forma del Guru. Per chi non ha un Guru fisico, Dio stesso è il Guru.
A volte, un Guru fisico si fonde con l’Essere o Coscienza Assoluta, lasciando il piano fisico. Rimangono in grado e disposti ad aiutare i veri aspiranti. Il Guru in forma sottile rimane comunque come potere di concedere la grazia di Dio. Guru, Dio, Sé, Coscienza onnipervadente, Shakti, tutto è uno.
Guru tattva o principio del Guru
E’ il principio attraverso cui la Natura, crea, sostiene e distrugge ogni forma di vita in entrambi i nostri universi, interiori ed esteriori, in qualunque modo sia necessario per condurci dall’ignoranza alla saggezza, dall’egoismo alla realizzazione del Sé. Esiste da prima della formazione dell’universo, abbraccia il tempo e lo spazio. Il principio del Guru esiste in ognuno come Sé interiore, in modo che quando onoriamo il Guru esterno, onoriamo anche il nostro Sé. È l’impersonale Shakti, la forza spontanea che crea tutto ciò che è necessario per la massima espansione della nostra sadhana. E’ più potente del Guru esterno perché è sempre accessibile.
Il Guru interiore
E’ vero che il discepolo deve uno giorno trascendere il Guru esterno e scoprire il Guru come un principio spirituale o tattva dentro di sè, ma nella loro fretta di essere illuminati i discepoli occidentali spesso abbandonano prematuramente il Guru esterno, esponendosi così ad ulteriori rischi.
L’unico guru interiore accessibile al individuo ordinario è l’ego-sé. L’ego-sé è la causa della nostra non-illuminazione, e spinge il discepolo più a fondo nell’ignoranza, nella confusione e, infine, a disperazione e auto-illusione.
I poteri del Guru: Riconoscere il Guru dai suoi poteri e funzioni
1. Il Guru come Iniziatore
Il Guru si assume la responsabilità dell’assistenza verso la nascita del discepolo nella dimensione spirituale attraverso la trasmissione della conoscenza esoterica che avvia la liberazione e l’illuminazione del discepolo.
2. Il Guru come trasmittente
Guru = importante; colui che scaccia all’oscurità, un insegnante che non si limita a istruire o comunicare informazioni, come fa un acharya, piuttosto trasmette saggezza e la sua stessa natura rivela la natura spirituale.
Avvia e sostiene il cammino spirituale del discepolo. Qualora il guru non sia ancora completamente liberato, la trasmissione si basa in gran parte sulla volontà e sullo sforzo dell’insegnante. La grazia divina può anche utilizzare questo tipo di guru come un veicolo temporale
Satguru = il guru totalmente illuminato, le cui parole gesti e la semplice presenza esprimono e manifestano lo Spirito; la trasmissione è spontanea e continua.
3. Il Guru come guida
Tramite le istruzioni verbali, come esempio vivente, attraverso spiegazioni o commenti ai testi sacri per coglierne il significato profondo. Il guru, in virtù della trasmissione orale ricevuta dal proprio insegnante o insegnanti, e anche alla luce della propria esperienza e della sua realizzazione, rende vivi gli insegnamenti scritti.
4. Il Guru che illumina
Gu = oscurità; Ru = rimozione. Il Guru allontana le tenebre spirituali; ripristina la vista di coloro che sono ciechi alla realizzazione del Sè. Questo dipende dal grado di realizzazione del guru.
5. Il Guru come disturbatore delle convenzioni
Il guru nuota sfida i valori convenzionali e le comuni aspirazioni. Il suo messaggio è radicale: ci è richiesto di vivere coscientemente, ispezionare le nostre motivazioni, trascendere le passioni egoiche, superare la cecità intellettuale, vivere in pace con gli altri, realizzare il nucleo più profondo della natura umana, lo Spirito. Questo disturba coloro che riversano tutte le loro energie nel perseguimento di valori convenzionali.
6. Il discepolato e il Guru contro l’ ego
Beneficiare della trasmissione della saggezza della liberazione da parte del guru implica di entrare in un , rapporto intenso con lui, noto come discepolato. Questo include un profondo impegno all’ auto-trasformazione, la sottomissione ad un corso di disciplina, attraverso cui la mente esce dagli automatismi degli schemi convenzionali, e l’affettuosa considerazione da parte di un guru che deve essere non visto come individuo, ma essenzialmente come funzione cosmica. Il guru non è interessato al rapporto interpersonale, ma ad obliterare l’illusione del discepolato, per condurre il discepolo alla realizzazione del Sé supremo.
7. Autorità del Guru
Questo compito del Guru opera attraverso prajna (intuito) e karuna (empatia), esse stesse capacità supra-individuali proprie del Sè Superiore, piuttosto che della limitata personalità umana. Se il Guru è soltanto compassionevole, non saprà condurre il discepolo oltre l’illusione, inoltre il discepolo potrebbe anche confondere la compassione in amore per come è in quel momento. Il Guru ama il discepolo nella sua vera natura, il Sé superiore. Se il Guru fosse solo saggio, ma privo di compassione, il discepolo sarebbe schiacciato dalle richieste di auto-trasformazione. I discepoli sono inclini a pregiudizi, proiezioni, illusioni e delusioni, che impediscono o ritardano un rapporto costruttivo con il guru.
Connessione con il Guru, Resa e Grazia
La tradizioni Yoga indiano indicano indicano che il guru risieda in diversi punti del corpo sottile, tra cui sahasrara è il più potente. Il guru è anche avvertito internamente sotto forma di suoni sottili o percepito senza forma, Spazio Infinito e Silenzio del cuore in espansione. Il vero guru interiore risiede in sahasrara ed è accessibile e associato al nostro uso del mantra. Mentre cantate il mantra Om Kriya Babaji Nama Aum, meditate sul mantra. Il mantra è shakti, è molto potente. Il Guru trasmette la sua Shakti tramite il mantra e la shakti penetra il discepolo attraverso il mantra. La forma di devozione più cara ai Siddhas è ai piedi del guru sulla sommità del capo.
La radice del mantra è la parola del guru. Il mantra è una forma del guru stesso.
La resa è fondamentale. Se vi abbandonate al guru, riceverete in un modo nell’altro l’iniziazione. Attraverso la resa è possibile ricongiungersi all’Essere Cosmico e attirare una grazia immensa. La Grazia rimuove gli ostacoli, senza di essa non è possibile conquistare la perfetta unione. Resa e Grazia sono complementari. Il discepolo può assimilare potenti flussi di energia spirituale che fluisce dal Guru in modo proporzionale al grado dei fede e devozione al Guru. Il Guru ha una riserva infinita di energia spirituale ricevuta dal Supremo affinchè la reindirizzi verso i discepoli.
Quando un discepolo canta il mantra del Guru e medita su di lui, che il Guru sia in un corpo fisico o meno, il Guru avverte una corrente di pensieri sublimi che sia muove dal suo discepolo verso di lui. Il Guru, tramite la vista interiore visualizza chiaramente una linea sottile di luce abbagliante tra di loro, che è prodotta dalle vibrazioni di pensieri sublimi nella vasta distesa della supercoscienza.
Onorate il vostro Guru e il Guru in ogni forma.
Considerate il Guru con amore profondo. E ‘importante avere il Guru nel cuore ed essere idealmente con lui/lei e in sintonia.
- Saluti al Guru, che è onnipervadente Pranav (OM).
- Saluti al Guru, che è indicato dal termine Sat chit Ananda.
- Saluti al Guru, chi è distruttore di ogni ignoranza.
- Saluti al Guru, who is established supreme “I-consciousness.”
- Saluti al Guru, dispensatore della grazia divina.
- Saluti al Guru, che è suprema conoscenza, intelletto, memoria, illusione, causa ed effetto di tutto.
- Saluti al Guru, che ha reso possibile che Lei diventasse Sè Universale, presente in ogni essere e ogni essere a presente in Lei.
- Saluti al Guru, che ci parla con la voce sottile dell’intuizione.
- Saluti al nostro Guru, Kriya Babaji Nagaraj, Guru dei Gurus, che ci guida a capire che la nostra anima è l’anima di tutti gli esseri.
- Saluti a Kriya Babaji più e più volte, che con la sua grazia e potenza infinita, gentilmente conduce i Suoi devoti da uno stadio all’altro, illumina le loro energie fisiche e intellettuali latenti e permette loro di realizzare l’estasi trascendentale e suprema felicità mentale, e alla fine li porta all’unione con l’Essere Supremo. Che la Sua grazia giunga a noi tutti.
Meditazioni sul Guru
Cantare il mantra del Guru e meditare sulla forma del Guru che avete scelto. Venerate i sacri piedi del Guru. I piedi del Guru sono la manifestazione dell’energia del guru nel corpo sottile. I piedi o i sandali contengono il potere liberatorio del mantra. Tenete sempre bene in mente l’aspetto del Guru e le sue qualità, ponderando su di esse e seguendo amorevolmente i suoi insegnamenti e istruzioni. In questo modo, il sadhak è in grado di concepire gli attributi sublimi e la Grazia del Suo Divino Satguru ed essere benedetto da Estasi e gioia, da pace e conoscenza.
Meditazione sul Guru con forma (saguna). Questo tipo di gurubhava (devozione) consolida la relazione guru-
discepolo.
Un altro tipo di meditazione consiste nel meditare sul Guru immaginandolo in ogni parte di te, lasciando che riempia il tuo corpo. Ricorda che, come una stoffa è composta di fili e la stoffa è presente in ogni filo, così sei nel Guru, e lui in te. Con questo tipo di visione, tu e il Guru siete Uno. La brocca non è diversa dall’argilla di cui è fatta, e Babaji non è diverso da te.
Continuate a ripetere, Guru Om, Guru Om, Guru Om innestando fermamente Guru in ogni parte del corpo, Guru Om, in modo che siate voi stessi il Guru.
Abbiamo bisogno di un Guru?
Fatta qualche eccezione, tutte le anime si incarnano in questo mondo perchè rimangono attaccate alla dualità. Le idee di attrazione e repulsione, possedere e perdere, alto e basso, bene e male, rappresentano un disturbo continuo. L’identificazione con il corpo-mente è così forte da attirarle nella trappola dell’ego, ignorando così la propria vera identità. Pertanto, praticamente tutti hanno bisogno della grazia e della guida di un guru, sia che sia esterno o sottile, fino a che o a meno che abbiano realizzato il Sé.
Il Guru e gli insegnamenti del Guru sono la stessa cosa. Il vero progresso spirituale può avvenire solo applicando gli insegnamenti. Leggere libri spirituali può indicare la via, ma non fornisce l’esperienza essenziale o grazia divina che giunge quando si rinuncia alla prospettiva limitata dell’ego. Attraverso la pratica della sadhana prescritta dal guru, il karma yoga o servizio disinteressato, lo studio di sé e la devozione, si progredisce nel superamento dei “samskara” o tendenze abituali che legano alla dualità.
Come riconoscere il proprio Guru?
Si dovrebbe avvicinarsi al Guru con profonda umiltà, sincerità e rispetto e avere un atteggiamento entusiasta e ricettivo ai suoi insegnamenti. Se trovate la pace in presenza del vostro Guru, in forma fisica o sottile e avvertite che i vostri dubbi scompaiono, avete trovato il vostro Guru. Si dice che si debba sapere che se finalmente “accettate” qualcuno come il vostro Guru, è perché lui vi ha già accettato come discepolo molto prima, altrimenti non saresti mai stato in grado di accoglierlo. Saprete di avere trovato il vostro guru quando non dovrete neanche verbalizzare la domande per avere le risposte. Dal nulla, sentirete esattamente quello dovevate sapere. Fino ad allora, il modo migliore e forse il solo di trovare il vostro Guru è prepararsi diligentemente. Si dice che quando il discepolo è pronto, arriva il Guru. Applicatevi come discepoli, alla disciplina o sadhana e agli insegnamenti del Guru, osservate come questi vi influenzano. Il Guru e gli insegnamenti del Guru sono la stessa cosa. Un vero guru però, darà sempre risalto gli insegnamenti, mai alla sua persona.
La conoscenza spirituale si tramanda da Guru ai discepoli. Gli insegnamenti del Guru sono chiamati Upadesh, che significa “in prossimità del luogo”. Oggetto di Updesh è mostrare che un oggetto distante è in realtà vicino. Il Guru fa in modo che il discepolo si renda conto che il Brahman (Assoluto), che il discepolo crede essere distante e diverso da sé, è vicino e non diviso da se stesso. Il discepolo impara lo yoga attraverso la pratica degli insegnamenti previsti dal Guru, lo studio sincero di sé indagini e il servizio al Guru.
di Durga Ahlund e M.G. Satchidananda